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a Nazaret

22-29 Luglio 2009: Pellegrinaggio in Terra Santa
Le esperienze

E' stata una esperienza molto importante, perché mi ha avvicinata a Dio. Qualche giorno prima della partenza mi sono fatta prendere dall'ansia del volo, ma mi sono affidata al Signore e ho superato la paura. Ciò che mi ha maggiormente toccato sono stati i momenti di preghiera, come quello nella Basilica dell'Annunciazione, e soprattutto nel Getsemani. in quei momenti il tempo assava così in fretta che quasi non ci si accorgeva. E' stato bellissimo anche quando abbiamo fatto la Via Crucis, passando attraverso il mercato, con tutta quella gente, e ho potuto portare la croce pensando al fatto che non sopporto mai di portare la mia. La messa più bella è stata quella al Cenacolino dove ho percepito la comunione fra di noi per opera dello Spirito Santo. Ma anche quando ormai stavamo partendo, facendo le lodi all'aeroporto che solo in Dio trovo la pace. (Ludovica)

Il pellegrinaggio per me è iniziato malissimo: ero arrivata al punto di non volere più partire per delle cose successe di recente. Ciò che mi ha spinto ha partecipare era solamente la speranza di trovare aiuto in Dio. Nei primi due giorni ero quasi indifferente di fronte a quello che vedevo, come per esempio la basilica dell'Annunciazione. Di quella chiesa mi è rimasto poco e niente e di questo mi dispiace molto. Tra me e me pensavo che quel cammino spirituale, che il gruppo aveva intrapreso, fosse inutile perchè quando ti volti e torni alla solita routine i problemi sono quelli materiali. Il momento rivelatore è stato Cafarnao, dove ha inciso soprattutto l'aspetto storico-culturale: vedere la casa di Pietro mi ha colpito tantissimo e mi ha fatto ragionare sul valore della Bibbia, che non è solo religioso, ma anche storico, in quanto ciò che vi si narra sono fatti realmente accaduti. Ora avevo trovato la prima risposta, quella materiale, immediata, a quello che cercavo. Da quel momento non è iniziato il mio pellegrinaggio, quanto un dissidio interiore tra il volersi aprire alla chiamata di Dio e il tenersi ancora chiusa in se stessa. Questa lotta è terminata grazie all'esperienza del deserto: mi è rimasto impresso nella mente il fatto che in quel luogo, che rappresenta l'aridità per eccellenza, Cristo avesse fatto miracoli. Ora anch'io potevo sperare di vedere la mano di Dio che agiva dentro il mio cuore, che era arido. Mi sono fidata di lui e ho vinto, perchè finalmente sono riuscita a entrare pienamente con lo spirito nel pellegrinaggio e da lì in poi è stata un'ascesa verso il cogliere quella risposta spirituale che mi mancava per trovare la serenità nell'animo . E Dio me l'ha data durante la visita al Santo Sepolcro, dove Cristo fu deposto e dove risuscitò: bene, egli mi ha fatto capire che dalla morte si può risorgere. (Veronica)

Il pellegrinaggio stato un'esperienza indimenticabile che ricorderò per tutta la vita;  se penso che ero incerto e timoroso di partecipare, quasi me ne vergogno un pò. E' già passata una settimana, ma il ricordo rimane vivo perchè mi aiutano queste foto e la guida contenuta nella borsa da viaggio che fa un pò la parte di don Vito. Abbiamo visto così tanti luoghi da avere le idee un pò confuse da mettere in ordine.... Non so da dove cominciare perchè tutto è stato importante. Oltre ai Luoghi Santi, per noi è stata una sorpresa piacevolissima il rinnovo delle promesse di matrimonio a Cana, del nuovo Battesimo sul Giordano e le sante Messe quotidiane. Non voglio dimenticare la Via Crucis dove mi sono perfino commosso. (Ferdinando)

L'insegnamento fondamentale che ho tratto da questa esperienza è la consapevolezza dell'importanza e della natura cosolatoria della preghiera, cose di cui, onestamente, spesso non sono stato pienamente convinto. Di ciò ho avuto conferma in particolare durante il lungo e intenso momento di preghiera al Getsemani. Il momento spirituale più forte che ho vissuto è stata la Via Crucis, in particolare i pochi minuti in cui ho portato la croce; in quei momenti mi sono sentito privilegiato per quella possibilità unica di ripercorrere il cammino di Gesù verso il Calvario, ma anche completamente inadeguato a portare la croce, vista l'importanza delle sofferenze che essa rappresenta per noi cristiani, le quali mal si conciliano con la mia incapacità di affrontare le difficoltà della vita. Dal punto di vista non prettamente spirituale, mi sono rimasti particolarmente impressi due luoghi: lo Yad Vashem, il museo dell'Olocausto, che ho trovato di una malinconia struggente per il modo architettonicamente essenziale in cui ricorda la tragedia della Shoah, e il muro che separa Israele dai Territori Palestinesi, che rispecchia tristemente le atroci sofferenze e le divisioni conosciute dalla Terra Santa negli ultimi 60 anni. (Antonio)