I Lettura:
Gb 19,1.23-27
II Lettura:
Rm 5,5-11
Vangelo:
Gv 6,37-40
Testi di riferimento:
Qo 11,9; 12,14; Sap 1,13-15; Is 25,8; 26,19; Os 13,14; Mal 3,14-18; Mt 25,31-46; Gv 5,21; 10,29; 11,24-26; 17,2; 1Cor 3,13; 4,5; 6,14; 15,20-24.35-44.51-53; 2Cor 4,16-18; 5,10; Fil 3,21; 1Ts 4,13-18; 2Ts 1,6-7; 2Tm 4,1; Eb 4,13; Ap 20,14
1. I fedeli defunti. Per l’importanza che questa ricorrenza ha presso il popolo cristiano le viene “concesso” di prevalere sulla liturgia domenicale. Tale celebrazione è in diretto collegamento con la solennità del giorno precedente di “Tutti i Santi”. Innanzitutto va notato che la commemorazione riguarda i “fedeli” defunti, cioè quei nostri fratelli nella fede con cui continuiamo ad avere un legame per mezzo del Battesimo. È in questo legame che trova il suo senso questa ricorrenza e ogni commemorazione che si effettua nella Chiesa riguardo i defunti. Se nel giorno precedente abbiamo celebrato la solennità di tutti i Santi, di tutti quei nostri fratelli che già sappiamo essere nella casa del Padre, perché hanno raggiunto quella condizione di santità che permette di stare alla presenza del Santo, oggi preghiamo per quegli altri nostri fratelli che (non sappiamo se) ancora non vi sono giunti. C’è un vincolo superiore a tutti i nostri legami terreni, che ci viene dall’essere parte dell’unico corpo di Cristo nella Chiesa, e che ci spinge a collaborare gli uni per gli altri per la nostra comune salvezza.
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