I Lettura:
Is 11,1-10
II Lettura:
Rm 15,4-9
Vangelo:
Mt 3,1-12
Testi di riferimento:
Dt 4,7-8; 2Re 1,8; 1Cr 28,9; 2Cr 15,2-4; Dn 2,44; 1Mac 2,52; 3,48; Sal 19,9; 92,13-15; 119,155; Sir 44,19-20; Is 40,3; 55,6-7; 58,2; Ger 29,12-14; Am 5,6; Mal 3,1; Mt 4,17, 6,10; 10,7; 12,34; 15,7; 23,33; Lc 16,16.24.30; Gv 1,6-7.15.23.33; 3,30; 8,37-39; At 11,16; 13,24; 19,18; 26,20; Rm 4,11-12.16-22; 9,7-9; Ef 5,9; Fil 1,11; Gc 2,18-23
1. Giovanni Battista. La seconda domenica di Avvento ha come tematica centrale la predicazione di Giovanni Battista. Possiamo innanzitutto notare che il Nuovo Testamento comincia lì da dove era terminato l’Antico. Infatti, al tempo di Gesù la Scrittura canonica terminava con il profeta Malachia, il quale si conclude con l’annuncio di un messaggero che avrebbe preparato la via davanti al Signore (Mal 3,1), e che avrebbe assunto le caratteristiche profetiche di Elia. “Prima che venga il giorno del Signore grande e terribile” – cioè il giorno del giudizio di Dio – Egli manda Elia perché questo giorno del Signore non trovi impreparato il popolo e non diventi per esso una sciagura (Mal 3,23-24). L’analogia con Elia è espressa anche nel modo di vestire di Giovanni (cfr. 2Re 1,8). Giovanni Battista segna così l’inizio di quella novità annunciata dai profeti. Gli evangelisti hanno percepito e hanno presentato Giovanni come l’inizio dell’evento Cristo (cfr. anche At 1,22; 13,24). I tempi nuovi, i tempi escatologici, l’era della salvezza, del compimento delle promesse, inizia con Giovanni. Cristo deve essere preceduto da Giovanni; questa è una indicazione chiara del disegno divino.
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