I Lettura:
Gen 3,9-15.20
II Lettura:
Ef
1,3-6.11-12
Vangelo:
Lc
21,25-28.34-36
Testi di riferimento:
Gen 3,20; Sal 51,12; Is 65,17; Mt 9,16-17; Gv 3,3; 8,44; Rm 3,23, 4,23-24; 5,12-19; 8,22-23; 16,20; 1Cor 10,11; 2Cor 5,17; Gal 6,15; Col 2,15; 2Tm 3,16-17; Eb 2,14-15; 1Pt 1,22-25; 2Pt 1,20-21; 3,12-13; 1Gv 3,8-10; Ap 12,7-8.17; 20,1-3; 21,1
1. Il concepimento immacolato di Maria. Fra gli eventi che celebrano le quattro grandi solennità dedicate alla Vergine Maria quello presentato dall'odierna festività ha cronologicamente il primo posto. Non avremmo avuto né l'Annunciazione e Incarnazione (25 marzo), né l'Assunzione al cielo (15 Agosto), né il riconoscimento e il saluto a Maria come Madre di Dio (1 Gennaio), se prima a lei Dio non avesse concesso il “singolare privilegio” della immacolata concezione. Immacolata perché Maria, nel suo concepimento, è stata preservata dal peccato originale; privilegio singolare perché nessun altro fuori di lei (e con lei, ovviamente, il suo unigenito) può vantare questa prerogativa. È chiaro dunque che questa ricorrenza e la sua importanza non si possono intendere senza tenere presente il fatto che ogni creatura umana nasce segnata da quella ferita che ci viene dai nostri progenitori. Tutti siamo discendenti da Eva, madre di tutti i viventi (prima lettura: Gen 3,20), e siamo privi della santità e giustizia originali (Catechismo della Chiesa Cattolica 405). Ciò non va assolutamente dimenticato.
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