I Lettura:
Sir 3,2-6.12-14
II Lettura:
Col 3,12-21
Vangelo:
Mt 2,13-15.19-23
Testi di riferimento:
Es 1,22; 4,19.22; 20,12; Lv 19,3; Est 1,20; Pr 5,18-19; 6,20; Qo 9,9; Os 11,1; Mal 2,14-16; Mt 10,23; 15,4-6; Mc 3,21.31-35; 6,3; Gv 7,3-5; 18,5.7; 19,19; At 24,5; 1Cor 11,3; Ef 5,22-27.33; 6,1-4; Tt 2,4-5; Eb 12,5-11; 1Pt 3,1-7; Ap 12,4.6.14.17
1. Il ruolo della famiglia. Per entrare nella società degli uomini il Figlio di Dio passa attraverso quella cellula sociale primaria che è la famiglia. Questo atto di “inculturazione” è eloquente: la famiglia – che non è ovviamente una invenzione né giudaica né cristiana – fa parte del disegno di Dio riguardo la vita dell’uomo sulla terra; non è legata ad un modello culturale che possiamo ritenere sorpassato. C’è un dato fondamentale inequivocabile che accomuna qualsiasi essere umano presente o futuro: nessuno di noi ha origine in se stesso, ma in altri. All’origine di ciascuno c’è un padre e una madre, un gamete maschile e uno femminile. E noi siamo il risultato di questo incontro fra un maschile e un femminile. Ma non solo. All’origine di ciascuno c’è qualcun altro che lo ha accolto, che lo ha nutrito, che lo ha allevato, che lo ha educato. L’insieme di tutti questi “altri” è ciò che chiamiamo famiglia, comunque la vogliamo intendere.
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