I Lettura:
Is 35,1-6.8.10
II Lettura:
Gc 5,7-10
Vangelo:
Mt 11,2-11
Testi di riferimento:
Gs 1,9; Sal 23,4; 27,1; 33,20; 41,10; Is 25,9; 34,8; 40,3; 61,1-2; 62,11; 63,1.4; Sof 3,8; Ab 2,3-4; Zc 9,9; Mal 3,1; Mt 1,23; 11,19; 12,28; 28,20; Mc 1,2; Lc 17,21; 21,22; Gv 1,14; 7,31; 10,37-38; 12,30; 16,20-23; 20,20; At 18,9-10; Rm 8,25; 12,19; Eb 10,37
1. La gioia della salvezza. Il tema principale della terza domenica di Avvento è quello della gioia. Non una gioia qualsiasi, ma quella causata dalla venuta del Dio che salva, a cui l’Avvento ci richiama. La gioia di cui parla la Scrittura è quella che scaturisce dall’esperienza che Dio ci ama e perciò viene a salvarci nelle situazioni di impotenza (vedi testi di riferimento). Non c’è gioia più grande di quando sperimentiamo una salvezza che appare fuori dalla nostra portata, di quando otteniamo una grazia insperata. La gioia che porta il Salvatore non è quella gioia superficiale, quasi stupida o puerile, che consiste nell’essere sempre allegri o con il sorriso in bocca. È piuttosto l’intima e profonda consapevolezza di avere ricevuto da Cristo una vita così duratura, così eterna, che nessuno ci può togliere. È quell’intima e profonda certezza – che permane anche nei momenti di sofferenza – che Cristo è in mezzo a noi, anzi che vive in noi, e che niente ci può separare dal suo amore.
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