I Lettura:
2Sam 5,1-3
II Lettura:
Col 1,12-20
Vangelo:
Lc 23,35-43
Testi di riferimento:
Sal 22,7-9; Is 42,1; 49,7; 53,3; Lam 3,14; Dn 2,44; 7,27; Mt 2,2; 12,25-29; 16,19-20.28; 20,21-22; 25,34; 28,18; Lc 1,33; 2,26; 17,20-21.34-36; Gv 6,15; 18,33-37; 19,12; Rm 5,17-21; 6,12-14; Ef 2,3-8; Eb 1,3; 2,14; 1Pt 2,4.9; 2Pt 1,10-11; Ap 1,5-6; 2,26-27; 5,10; 11,15
1. La festa di Cristo Re. Questa festa è, in un certo senso, la logica conclusione dell’anno liturgico durante il quale abbiamo seguito, attraverso la lettura continuata di un Vangelo, il percorso che Cristo compie verso l’adempimento della sua missione che è quella di instaurare il regno di Dio tramite il suo mistero pasquale. E tuttavia questa festa si può comprendere meglio se la poniamo sullo sfondo della Ascensione, dell’evento in cui Gesù risorto, vincitore della morte, viene assunto in cielo, intronizzato alla destra del Padre, e a cui vengono sottoposti tutti i nemici. Ma in che senso Gesù, dopo il compimento del mistero pasquale, è divenuto re di un regno eterno e universale? Non nel senso che prima non avesse una autorità in quanto Dio. Ovviamente il Figlio di Dio, la seconda Persona della Trinità, aveva potere anche prima dell’incarnazione. Ma dal momento in cui Gesù ha realizzato il mistero pasquale, è asceso in cielo e ha donato lo Spirito Santo, appare sulla terra un regno costituito da persone il cui re è diventato Cristo, perché Cristo regna su di loro e dentro di loro (Rm 5,17.21).
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